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Eraldo Di Vita
ho visto le opere di Elena Andreescu e ho cercato di entrare nel suo mondo pittorico.
Ho riletto la favola di "Alice nel paese delle meraviglie", un mondo fatto di simboli, di religiosa intellettualità, di quiete spirituale, di fantastica illusione a cui luomo si aggrappa disperatamente.
Mi è sembrato di capire che la sua arte nasce dalla convergenza tra pittura irreale e narrativa intellettuale, mista alla perfezione esecutiva, alla perizia ed accuratezza tecnica.
Nel suo "Giardino incantato", nel suo "Circo fantastico" si possono incontrare personaggi felliniani, allegorici, così perfetti, felici di far parte di un racconto magico, chagaliano, dove anche il sole e la luna sono lì a portata di mano, dove animali ed uomini si parlano con francescana complicità.
Le sue comunicazioni fiabesche si svolgono in un mondo ascetico, in una vita spirituale che ha per finalità lespansione della coscienza umana, fino allidentificazione con la coscienza universale, che può essere raggiunta soltanto mediante la realizzazione del principio spirituale supremo che è dentro di noi, che sta al di sopra del nostro piano fisico e mentale ed è il nostro vero "Io Eterno".
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